mercoledì 2 luglio 2014

La capacità di risollevarsi

 Ho conosciuto una mamma ancora giovane che 6 anni fa ha studiato (molto ingenuamente, direi) un modo di lavorare e allo stesso tempo di stare con le sue 2 figlie. Allora erano piccole e per permettersi di poter stare sempre con loro, seguirle nei compiti e nei giochi ma allo stesso tempo portare a casa 2 soldi ha deciso di rilevare una lavanderia di paese. Scelta molto criticata da chi le stava vicino perchè pareva più una scelta egoistica. Ma so per certo che la sua idea fosse proprio questa: evitare di trovare un lavoro che la portasse fuori casa e, poichè le bimbe erano troppo piccole per poter stare a casa da sole, sicuramente trovare una tata che le seguisse.  Non sapendo minimamente da dove iniziare, ha impiegato 6 mesi per apprendere da una lavandaia con esperienza 30ennale ma alla fine, piena di buona volontà e di buona pratica , ha imparato.

Dopo 4 anni, tra macchinari che la abbandonavano cammin facendo, figli che nascevano (altri 2!!), problemi con i vicini che non volevano che le figlie giocassero nel retro (e non solo...)  e lavoro che scarseggiava ha deciso di dar via la gestione ma non trovando nessun acquirente, dopo altri 6 mesi, a fine giugno, ha deciso di chiudere definitivamente. Vedere il locale vuoto alla fine per lei è stato un colpo al cuore. Tutto ciò che lei aveva investito in soldi, tempo, fatica, sacrifici e speranze per il presente e per il futuro dei suoi figli, speranza di poter ingranare bene tanto da costituire un'impresa  famigliare col marito, in poco tempo si è vista sfumare tutto. L'ho vista stare male, piangere e disperarsi per i soldi persi, i debiti acquisiti e il nulla in mano. 


Siccome è una persona abbastanza forte, l'ho vista rialzarsi presto, grazie alla sua famiglia.
Dopo 4 mesi, infatti, finalmente una nuova occasione e quello che sognava da tempo: spostarsi dal paese in cui viveva dove ormai si sentiva stretta ma soprattutto aprire un locale con il fratello cuoco.


 Era il loro sogno. Per lei un onore poter condividere il suo sapere con il suo amato fratellino ed essere spalleggiati dai genitori. L'ho vista rialzarsi in fretta dall'esperienza della vecchia attività e impegnarsi per questa nuova. Un trasloco in un altro paese e tutta la sua burocrazia, l'apertura del locale e tutta la sua burocrazia, lo spostamento di scuola di 3 pupi su 4 e tutta la sua burocrazia e un figlio di 10 mesi che stava ancora allattando in modo esclusivo....credevo che mi collassasse ad un certo punto: dormiva pochissimo e cercava di tenere tutto in piedi. Nel frattempo non dimenticava di pagare i debiti della lavanderia e discuteva quotidianamente con le figlie grandi che non volevano spostarsi dal loro paese natio. Sarò di parte, ma in quel periodo è stata una grande...Wonderwoman le faceva davvero un baffo!!!!

Dopo 6 mesi era di nuovo in ballo con la sua/loro nuova attività. Ben presto però, si è resa conto che lavorare con più persone, quali fratello e genitori, poteva essere meraviglioso quanto distruttivo. Come dice il detto "Tante teste, tante idee", non era facile cercare di accontentare tutti. E lavorare gomito a gomito con le persone a lei care non le era così semplice. Il ristorante in questione non prevedeva carne e pesce nel menu ma presentava un modo per restare in salute sedendosi a tavola (un'innovazione in zona!!!) e per lei non è stato facile ingoiare le critiche dei clienti che non accettavano questa cucina. Insomma, ha vissuto questo nuovo lavoro tra la felicità di avere finalmente in mano il suo sogno e il terore di perderlo perchè non vedeva il decollo. L'ho vista barcollare spesso, passare periodi in cui la sua vita era una discussione con tutti: il marito, le figlie, il fratello, i genitori. Periodi in cui avrebbe voluto mollare tutto per non dover scontentare nessuno, perchè era chiaro che se si impegnava su un fronte perdeva di vista gli altri. E lei (purtroppo) è una persona che vorrebbe piacere a tutti. Le sembra così incredibile non poter andare d'accordo con tutti, ma tant'è.... 
Sta di fatto che dopo 12 mesi di lavoro l'anno si è chiuso in modo neutro. Le era stato detto che se si superava decentemente il primo anno che è il più tosto, allora si è a cavallo. Peccato che un ristorante di nicchia in un paese di collina in un periodo di crisi sociale in un paese disastroso come l'italia sia destinato a fallire anche se la cucina è promossa a 4 stelle e mezzo su siti come Tripadvisor. E infatti così è stato. Dopo altri 6 mesi si sono resi conto che se fossero stati in una città come Torino, sicuramente avrebbero avuto più chances di lavorare. Evidentemente in questa zona il discorso della salute a tavola non era stato percepito come si sperava. E così, una breve riunione tra famigliari, ha decretato la chiusura definitiva. E lo stesso giorno in cui 2 anni prima aveva chiuso la lavanderia si è ritrovata per la seconda volta a dover chiudere un'altra attività.
L'ho di nuovo vista stare male, piangere e disperarsi per i soldi persi, i debiti acquisiti e il nulla in mano. Ancora di più per questa attività a cui lei credeva intensamente e per la quale di nuovo aveva con la sua famiglia investito in soldi, tempo, fatica, sacrifici e speranze per il presente e per il futuro dei suoi figli, speranza di poter ingranare bene tanto da costituire un'impresa  famigliare col marito...insomma anche questa volta in poco tempo si è vista sfumare tutto. Ora si sente vuota e privata di tutto. Non si sente più una mamma ancora giovane di 6 anni prima, ora si sente una quasi40enne intrappolata da una nazione che le sta succhiando tutto e le ha dato solo debiti. Si sente arrabbiata col mondo, nervosa e desidera stare sola. In questo momento non vorrebbe nemmeno avere la famiglia che la distrae. Vorebbe andarsene lontano e stare in soltudine con i suoi pensieri. Concetto molto difficile in una famiglia numerosa e in una vita quotidiana che porta a non fermarsi mai, tra la routine e la burocrazia e i lavori che si hanno quando si chiude un'attività.

Difficile trovare o anche solo immaginare una conclusione in giorni come questi. Spero per lei che arrivi in fretta. Che presto si sappia risollevare come ha fatto tutte le volte che si è seduta. Alcuni amici le hanno fatto notare che nella vita c'è di peggio. Certamente. Se è per quello nella vita c'è anche di meglio. E lei non capisce proprio perchè occorra sempre combattere come dei guerrieri quando si desidera qualcosa. E non c'è nulla al momento che la convinca che tutto sommato nella sua vita ha combattuto la giusta misura per ottenere le cose che ha desiderato rispetto ad altre mamme, mogli, casalinghe, cuoche ed altro come lei. Ma al momento non vuole sentire confronti. Da quell'orecchio proprio non vuole sentire, al momento. 
...Passerà. Forse.






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