martedì 12 maggio 2020

LETTERA AD UN'AMICA


Quando ti ho conosciuto avevo 17 anni. L’età più stupida, l’età in cui ci si sente grandi ma si sa di non esserlo veramente. L’età in cui pensi che tutto il mondo ce l’abbia con te e si cerca rifugio in chiunque ti dedichi del tempo e belle parole: solo successivamente, a seconda di come è andata, si capisce se quella tana era un rifugio sano o inadatto.  
Il mio diciassettesimo anno è stato un buco nero che anche oggi, che sono ultra quarantenne, ricordo con orrore e con tanto, tanto dolore. Tu per me sei stata la salvezza. L’ho sempre affermato e sempre lo penserò. Non che avessi grossi problemi: una famiglia presente, un ragazzino che mi girava intorno, le compagne di scuola con cui trascorrevo buona parte della mia giornata…insomma, avevo una vita ordinaria. Solo che di questa normalità te ne accorgi col senno di poi, quando superi quella fase dell’adolescenza in cui vedi tutto nero.
                                 Frasi, citazioni e aforismi sulla salvezza - Aforisticamente ...
Ai tempi io praticavo karate nella palestra del mio paese. Ti ho vista per la prima volta all’inizio del corso nella stessa palestra in cui mi allenavo io, nel tuo kimono con la tua cintura marrone. Timida e silenziosa ma forte e sicura, ogni volta che si faceva combattimento mi atterravi quasi con un soffio nonostante io, nella mia inesperta cintura arancione, fossi comunque preparata. Le volte che riuscivo io a raggiungere un punto nei tuoi confronti eri contenta per me e ti complimentavi in modo sincero. È così che per me sei diventata un punto fermo in quel periodo, una mia amica. Tutte le volte che ti incontravo in paese ti fermavi per due chiacchiere. In quei pochi mesi che ci siamo frequentate ho potuto sfogare con te la mia insoddisfazione per la mia vita, per la scuola che meditavo di lasciare. Tu avevi 23 anni e lavoravi nella birreria del paese con tuo fratello. Ricordo che mi ascoltavi, mi lasciavi sfogare, so che mi capivi e recepivo che accoglievi i miei dispiaceri. D'altronde probabilmente ne eri uscita da poco anche tu e sapevi che dopo qualche anno tutto si sarebbe ridimensionato. Mi sei stata vicino quando a febbraio è morto mio nonno, io ero davvero triste ma tu mi sei stata accanto, hai accolto le mie lacrime di nipote spersa… Mi consigliavi, dicevi la tua e mi suggerivi l’atteggiamento più giusto. E assolutamente mi esortavi a finire la scuola, a non interromperla così a metà. Mi ricordo che mi raccontavi di te, della tua esperienza e decisamente su questa idea eri ferma: non dovevo ritirarmi da scuola. Dovevo assolutamente diplomarmi. Anche se trovavo difficile la scuola, anche se il mondo era uno schifo, anche se le persone ce l’avevano con me, anche se mio nonno non c’era più…non dovevo assolutamente mollare.  Ho questa chiara e dolce immagine di te appoggiata alla macchina parcheggiata in piazza che mi parlavi come solo una saggia amica può fare. Poi tutto è finito.
                Sfondi : paesaggio, foresta, montagne, collina, riflessione, erba ...
Una sera di maggio sono arrivata in palestra e negli spogliatoi mentre ci si cambiava e si chiacchierava del più e del meno, una signora ha buttato lì la notizia che una ragazza, poco più che ventenne, nella notte aveva avuto un incidente mortale sulla strada di campagna che usciva dal paese per schivare un animale selvatico. E nel comunicare la notizia aveva aggiunto che era una ragazza del nostro gruppo di karate. Una volta appurato che la vittima eri proprio tu, sono entrata in palestra incredula, come in una bolla. Ancora adesso che penso a quel momento mi viene la pelle d’oca e mi manca il fiato. Ero rimasta sbigottita, non riuscivo a smettere di piangere. Il Sensei dapprima mi aveva sgridata, perché durante la lezione avrei dovuto avere un atteggiamento dignitoso: invece spesso mi fermavo, mi asciugavo lacrime e naso e poi ripartivo. Ma eravamo affezionati a te ed è stato un duro colpo per tutto il gruppo e dopo nemmeno mezz’ora il maestro, anche lui sconvolto per la notizia, ha interrotto la lezione, ci ha raccolti in un pensiero per te e la tua famiglia e ci ha rispediti a casa. 
                                  Vecchia Signora - Luigi Asero
Non so dirti come ho vissuto la mia vita nei giorni successivi. Era la prima volta che perdevo una persona a me cara ma che non fosse un parente. Non sapevo se essere arrabbiata con te perché ci avevi lasciati così presto o perché mi avevi illuso che davvero la vita potesse essere bella. La vita faceva schifo perché appena avevi qualcosa di bello tra le mani, te lo toglieva. E quel qualcosa, egoisticamente parlando per me, eri tu. La tua bellezza, la tua amicizia, la tua simpatia, la tua umiltà e la tua semplicità te li sei portati via con la tua preziosissima vita: tutto ciò è stato tolto prematuramente alla tua famiglia, ai tuoi amici, alle persone che ti amavano...e anche a me. Avevo deciso di non essere presente al tuo funerale: nonostante i compagni della palestra me l’avevano chiesto e consigliato e avevano anche criticato la mia scelta, avevo deciso di ricordarti come ti avevo vista qualche giorno prima e non chiusa in una cassa. Non ero pronta. Anche se non ci si conosceva da una vita e nemmeno in modo così approfondito, per me eri davvero un punto fermo e speravo davvero di essere importante per te così come lo eri stata tu. Il dolore mi ha sopraffatta ma ho promesso a me stessa e a te che prima o poi la cintura nera che non sei riuscita più a prendere, l’avrei presa io per te. Ed un’altra cosa: non ti avrei mai più dimenticata. Non avrei mai potuto dimenticare quella ragazza che mi aveva spronata a diventare grande. Insieme alla mia famiglia solo tu sei stata in grado di farmi capire che gli studi e la cultura sono due discorsi separati tra loro ma ugualmente importanti. La cultura puoi fartela anche fuori dai banchi di scuola ma il diploma è importante per avere una base, un futuro. Col cuore pieno di dolore quell'anno ho poi smesso di praticare karate e mi sono trascinata verso la fine della scuola perdendo l’anno scolastico, passando l’anno a letto per problemi di salute, finalmente sono diventata maggiorenne e sono uscita dal suddetto buco nero. Gli anni sono passati, mi sono diplomata e poi successivamente ho ricevuto un attestato di cuoca. La mia vita, giustamente, ha preso una forma diversa dall'allora diciassettenne. Ho conosciuto il mio principe azzurro, sono diventata mamma, ho cambiato paese, ho fatto varie esperienze e tanti lavori e con mio marito ho sempre vissuto umilmente guadagnando la pagnotta per noi e per i nostri figli. Le prime due ragazze grandi sono in piena adolescenza e in piena crisi: convinte che la loro vita faccia schifo, mi rivedo molto nelle loro lagnanze. Quando hanno crisi scolastiche ripeto ciò che tu ripetevi a me: non è il pezzo di carta che ti accultura ma di sicuro ti aiuta nella vita e devi farlo per te stessa, per nessun altro.

Personalmente non sono più riuscita a iscrivermi a karate ma negli anni ho iscritto tre dei miei figli. La primogenita ha smesso dopo un anno di prova. Il minore della banda ha appena iniziato e vedremo se proseguirà. La secondogenita, invece, si è appassionata alla disciplina e dopo anni di impegno e dedizione a dicembre scorso, con mio grande orgoglio e gratitudine, è diventata cintura nera. Quel giorno, tra gioia e malinconia, ho pianto tanto e il magone che avevo tenuto per tanti anni dentro di me un po' si è sciolto. La promessa che ti avevo fatto in parte mi sembrava di averla mantenuta e sicuramente solo quando personalmente otterrò la cintura nera la considererò del tutto rispettata. 
Ma per il momento spero apprezzerai questa cintura (da parte mia) tutta per te.
                                 L'abito non fa il monaco.. e nemmeno la cintura nera! - %%
Non ti devo solo una cintura nera, ti devo molto di più: mi sono realizzata in una vita che non so come sarebbe stata se non avessi avuto una tua spinta. Sovente le persone sono portate a pensare che se non fai una qualche scoperta fondamentale durante la tua esistenza o se non ti arricchisci o se non arrivi a prendere una o più lauree, non hai fatto nulla di importante nella vita. Anche io fino ad una decina di anni fa ero di questa idea. Il giorno che ho compiuto 30 anni mi sembrava di non aver realizzato nulla di buono nella vita: avevo un marito, 2 figli, un lavoro onesto e i problemi generali di tutti. Qualche anno fa ne ho compiuti 40 la mia idea è considerevolmente cambiata: stesso marito, il doppio dei figli, un diverso ma sempre onesto lavoro e i soliti problemi bene o male di tutti. Ho capito che ciò che ho fatto finora nella mia vita è stato appagante. Non sono un genio ma per la carriera scolastica che ho avuto mi considero intraprendente. Sono circondata dalla famiglia, da persone che amo e che mi vogliono bene e non ho grosse difficoltà a trovare lavoro nonostante l’età. Sono serena nonostante non abbia chissà cosa e sicuramente aspiro sempre ad avere di più e meglio ma credo questi siano obiettivi che mi impongo per poter sempre andare avanti con grinta. Ecco quello che mi hai trasmesso in pochi mesi: la semplicità. Nonostante non si abbia tutto ciò che si vuole si deve avere la forza giusta per ottenere sempre quel poco di più restando umili e sentendosi felici. Non saprei dire se tu fossi felice, perché non ci è capitato di parlarne, ma certamente eri tranquilla e davi l’impressione di avere la testa sulle spalle.
                                  Cuscino funebre di fiori - Fiori per funerale a Bolzano e dintorni
Dopo la tua scomparsa mi recavo spesso sulla piccola lapide dove hai avuto l’incidente e lasciavo dei biglietti con i miei pensieri sperando che tu scendessi a prenderli oppure stavo semplicemente lì, immaginando di continuare parlare con te. Ho rallentato le visite quando sono andata a vivere altrove ma tutte e volte che mi capita di passare su quella strada non perdo mai l’occasione di rallentare e salutarti.                                                          Cara Loredana, ci siamo frequentate per pochi mesi ma mi hai lasciato una scia di benessere che mi accompagna da 25 anni... Un poeta attuale, Antonio Curnetta, scrive: 
Con ogni persona che incontri stabilisci un contatto diverso. Ci sono persone che non ti toccano minimamente; altre ti sfiorano appena; altre, invece, ti toccano davvero; altre hanno addirittura la capacità di scuoterti. E poi ci sono quelle più importanti, quelle che difficilmente potrai dimenticare, quelle che ti attraversano.”                                                 Patch toppe toppa ricamate termoadesiva cuore rosso amare | eBay 
Le sue parole rispecchiano l’importanza che tu hai avuto nella mia comune, ma allo stesso tempo complessa, parte di adolescenza.
D'altronde, conoscere l'angelo custode prima che se ne vada è un’emozione che non si può dimenticare facilmente…. 




domenica 3 maggio 2020

CIRCONDATI DAI RIFIUTI

Ieri ho guardato un docufilm insieme a Becky, la mia secondogenita. Deve fare una relazione su un film o un documentario sull'ambiente, allora le ho tenuto compagnia. In realtà il titolo mi ispirava, sono anni che ormai cerco, nel mio piccolo, di sensibilizzare i miei figli e chi mi sta vicino sull'acquisto attento dei prodotti per ridurre sensibilmente gli involucri. Alcuni prodotti in famiglia li abbiamo sostituiti (ad esempio i tovaglioli di carta con quelli di stoffa, una parte della carta igienica con delle salviettine lavabili per l'atto della minzione o per il momento dello struccaggio o ancora i cotton fioc di bamboo al posto di quelli in plastica).


  

Altri li abbiamo proprio eliminati del tutto: il monouso, ad esempio. Tutto ciò che sono piatti, bicchieri, posate, e contenitori di plastica, carta o alluminio li abbiamo sostituiti con i classici di vetro, porcellana, inox e plastica riutilizzabile. 

                                   

Certo che quando festeggiamo un compleanno o quando prepariamo una merenda poi abbiamo il lavoro successivo la festa di ripulire il tutto ma questo sacrificio lo si fa volentieri se pensiamo di aver evitato rifiuti inutili (non trovo altra definizione, sono futili nel momento in cui possiamo pensare che anche se non li abbiamo possiamo festeggiare lo stesso...); ovvio, sono decisamente comodi...ma stiamo paragonando 15/30 minuti di lavoro ulteriore ad un lasso di tempo esagerato che serve alla plastica per decomporsi.Stoviglie


Tornando al docufilm, il titolo è "A Plastic Ocean", si può vedere qui il trailer. Sono rimasta molto colpita da questa ora e mezza di film in cui il giornalista regista australiano, Craig Leeson, sciorina dati, numeri e grafici mostrando montagne e distese di plastica in tutta l'acqua che ricopre la nostra terra. Una delle scene più raccapriccianti del film è stata una distesa galleggiante di plastica e micro plastica quasi a formare una vera e propria isola....
Plastica, le isole galleggianti nell'oceano
Great Pacific Garbage Patch  (Grande chiazza di rifiuti del Pacifico)
8km² di immondizia (bottigliette, reti da pescatore, accendini, spazzolini, ciabatte, posate monouso, sacchetti....) nel bel mezzo dell'oceano che negli anni si è accumulata e che crea danni all'ecosistema marino oltre al fatto che a lungo andare li sta creando anche a noi umani che ci cibiamo di pesci e molluschi che ogni giorno ingurgitano micro e macro particelle di plastica....Non so spiegare come mi sono sentita in quell'ora di filmato. Un sacco di volte avrei voluto girarmi dall'altra e spegnere la TV o alzarmi e andarmene lasciando il compito a mia figlia. Bambini che vivono, lavorano, giocano a basket, corrono a piedi scalzi su strade o in case costruite SULLE montagne di spazzatura, che se non si vedono davvero non ci si può credere. 



Uccelli (albatri, berte erano gli esempi ma immagino ce ne siano tanti altri) morti sulla riva del mare e sezionati da biologi che cercano di capire il motivo del loro decesso per poi scoprire che i loro stomaci sono talmente duri, squadrati e pieni di centinaia di pezzetti di plastica che riuscire a volare è troppo pesante e difficile...

albatros plastica
Il contenuto stomacale di un Albatros
E tutto ciò per un utilizzo talmente breve di questi oggetti di plastica (parlavano di un utilizzo medio di 12 minuti per un sacchetto) che davvero non giustifica anni e anni di plastica abbandonata nell'ambiente che alla luce del sole, all'aria marina e alla salsedine si sgretola e risulta essere ancora più pericolosa perché ridotta a pezzi piccoli. Una balena ogni volta che apre la bocca ingurgita decine di migliaia di litri di acqua. 

                         Perché le balene saltano fuori dall'acqua? - Focus Junior

Non so se si riesce ad immaginare quanti rifiuti possono entrare nel loro stomaco insieme a tutta l'acqua, krill e pesci più piccini (i quali, a loro volta, hanno già ingurgitato micro plastiche e brandelli di rifiuti di ogni tipo) ....Senza pensare (ma come si fa a non pensarci, però???) alle numerose specie di animali marini che perdono la vita restando intrappolati nella plastica o strozzati dalle reti.....

       Mare di plastica, collare-frisbee per focheSalvata tartaruga 'Charlie' quasi uccisa dalla plastica - Animali ...giornata mondiale contro l'inquinamento

Ogni informazione che ascoltavo con mia figlia sulla quantità di plastica che si accumula, si utilizza, si smaltisce, si produce e si getta ogni ora nel mondo era un commento strozzato dallo stupore. Sembra tutto incredibile, ma i dati sono quelli. Il mio terrore, e immagino non solo mio, è che ora non sia più così facile fare un passo indietro. Tutti questi rifiuti ormai accumulati sulla terra associati alla comodità di molti, moltissimi oggetti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana non ci permetteranno di fermarci a riflettere che tutto questo schifo lo stiamo lasciando ai nostri figli e ai figli dei nostri figli...In realtà già le persone della mia generazione ci sono dentro fino al collo e, considerando che lo smercio dei tanto comodi imballaggi plasticosi è iniziato negli anni '50, direi che i quarantenni come me hanno già ereditato parte di questa immondizia non recuperabile. Perchè, anche questo è un dato che mi è giunto dal docufilm, in realtà solo il 20% della plastica al momento è riciclabile. Il che vuol dire che tutto il resto è ciò che evidentemente vaga per i mari e si accumula sulla terraferma formando vere e proprie città.  
E' da ieri che provo ad immaginarmi al supermercato. 


              La classifica convenienza dei migliori supermercati per Altroconsumo

Idealmente percorro e ripercorro i corridoi dei magazzini da cui abitualmente mi rifornisco e non riesco ad uscirne completamente priva di plastica. Credo sia impossibile. Allora provo, sempre idealmente, a immaginare le aziende all'ingrosso da cui mi rifornisco online con e senza il Gruppo d'Acquisto. E niente, nemmeno con loro mi salvo: qualsiasi prodotto io acquisti è avviluppato in confezioni sottovuoto o in sacchi di plastica. Ho provato a pensare a come comportarmi per non produrne, ma qualsiasi cosa io decida di acquistare, da pochi grammi a tanti chili, sarà confezionata in un involucro di plastica o una vaschetta. Non so se sono io che conosco solo ditte che non utilizzano sacchi di carta ma mi rendo anche conto che 5 kg di pasta o di legumi impacchettati in un sacco di carta inviato per posta o per corriere mi arriverebbe a brandelli. 
                                                    Immagine di Penne Rigate di Semola di Grano Duro Bio 5 Kg.
Per contro, quando nascono i negozi di prodotti alimentari sfusi ed io mi ci fiondo entusiasta per poi rendermi conto che i prezzi sono triplicati rispetto ad un qualsiasi prodotto confezionato sul mercato, ecco che la parte maligna di me viene fuori e capisce perché siamo arrivati a questo punto. 
Per non produrre spazzatura occorrerebbe auto prodursi più o meno tutto ciò che si consuma. Nel mio piccolo lo faccio in parte ma so che per aumentare la possibilità di evitare rifiuti dovrei impegnarmi ben oltre e sinceramente al momento la mia vita non lo consente. E questo pensiero è da ieri che mi martella in testa. Come siamo arrivati al punto di non riuscire ad avere il tempo necessario per occuparci di noi e della salute dei nostri cari? Entrambe le mie nonne erano casalinghe e non facevano mancare nulla in casa. Sono certa (e anche le fonti orali dirette e dei miei genitori lo attestano)che i rifiuti che producevano le loro famiglie erano quasi nulle rispetto ad ora. Non avevano grandi pretese, avevano uno stile  di vita molto umile e semplice. La domenica festeggiavano il giorno di festa con un piatto più ricercato o una gita fuori porta...oggi quasi non esiste più il giorno di festa; io stessa spesso lavoro la domenica e generalmente ormai non c'è più una distinta dei giorni feriali da quelli festivi. Che forse ci può stare, la società è cambiata e si è evoluta. Le persone lavorano molto e sono sempre di corsa...Quindi si richiede l'acquisto per le preparazioni culinarie molto veloci, piatti pronti, carni già speziate, porzioni ridotte fino però all'esagerazione di trovare sui banchi ortaggi già puliti, frutta già sbucciata, salumi già affettati. 

                                         Boicotta la plastica per una settimana, la campagna di Zero Waste -

Perché un conto è non avere tanto tempo per cucinare e preparare. Un conto è non aver voglia e richiedere lo faccia la grande distribuzione per noi. Il problema è che l'industria per accontentare le richieste mantenendo i costi bassi per avere più guadagni non può tener conto anche della salvaguardia dell'ambiente. Ecco il motivo per cui siamo arrivati con gli involucri, i packaging e le confezioni ad un punto di non ritorno. 

Starei a scrivere ancora per delle ore circa lo schifo che provo al pensiero di tutto questo inquinamento e la paura che ho al pensiero di lasciare ai miei figli questo quadro così pericoloso. Mi rendo conto che scrivere delle mie ansie serve a poco per cui vi invito calorosamente a guardare questo docufilm a esortarvi a non sentirvi solo schifati e basta. Cerchiamo di fare qualcosa di concreto, nel nostro piccolo ci sembrerà poco ma se ognuno metterà il proprio impegno contribuirà ad un risollevamento del nostro ambiente. Ci sembrerà infattibile e magari sarà così ma i nostri figli non si meritano ciò che stiamo creando per loro e soprattutto non meritano il nostro menefreghismo o semplicemente la nostra arresa. 

Personalmente continuerò ad informarmi, continuerò a sensibilizzare i miei figli, mi impegnerò a indirizzare i miei acquisti verso aziende ricettive, alle altre scriverò chiedendo loro quantomeno di informarsi su packaging più riciclabili e più ecosostenibili. 

Fatelo anche voi. Facciamoci sentire. 
Basta stare a guardare. Non so voi, ma io sono stanca di farlo.


L'unione fa la forza - C.A.R.P.I - Consorzio Autonomo Riciclo Plastica


Se avete idee parliamo, confrontiamoci e combattiamo insieme.
Alla prossima!!! 

Stay tuned e grazie per essere arrivato fino qui. =)








lunedì 13 aprile 2020

SONO TORNATA! =)

Dopo tanti anni, ora che finalmente ho più tempo, riprendo in mano il mio blog cercando di farci qualcosa di costruttivo per me e per i miei figli quando saranno più grandi. Ma anche per qualcuno che vorrà leggere e condividere con me la loro esperienza, naturalmente. 
Tante cose si sono modificate da allora, in primis il nostro stile di vita, il numero di componenti della famiglia, siamo cresciuti, invecchiati, cambiati. Quelli che allora erano i nostri piccoli ora sono ormai ragazzini. E quelle che allora erano signorine ora sono quasi adulte. Il rapporto tra Mirko ed io si è evoluto e finalmente ha preso una piega più pacata. Ci siamo finalmente amalgamati bene e, laddove ancora alcune idee o abitudini sono diverse o sono state causa di dissidi, ora siamo riusciti a fonderle o a conviverci nel caso di persistente diversità. Ma le nostre differenze (che per forza di cose abbiamo dall'inizio della nostra storia) sono molto più vicine e simili e riusciamo a essere un tutt'uno contro il mondo. Non che per forza si debba andare contro gli altri ma in questo modo riusciamo a gestire meglio la nostra famiglia da qualsiasi intromissione o problematica arrivi dall'esterno.  

In questi anni abbiamo scoperto la scuola parentale: abbiamo iniziato dalla terza elementare di Maddalena 3 anni fa. Un'esperienza unica soprattutto per il mio approccio alla scuola e allo studio. Ho perso ogni fiducia per l'Istituzione scolastica e visto come stavano andando le cose sia con le grandi che con Maddalena stessa, ci è voluto davvero poco per persuaderci che si potesse tentare con lo studio a casa. Subito mi pareva impossibile. Ma dovevo convincere Mirko il quale non sembrava troppo contrario ma era assolutamente nuovo alla sola idea. Io che a scuola, per quanto mi sforzassi, ero comunque una capra, ho scoperto che quella capra ha tirato fuori molte più conoscenze di quelle che potesse immaginare. Ho riscoperto lo studio, ho ricordato quanto mi piacesse studiare anche se non avevo le giuste tecniche per avere un adeguato successo e quanto mi piaccia farlo ora con  miei figli. Approfondire, scoprire nuovi mondi e scavare nelle materie in modo da non renderle prettamente scolastiche ma farle diventare interessanti, anche le più noiose. 



Comprare e farsi regalare libri di tutte le materie per poter sviluppare concetti laddove i libri della scuola primaria non dicono nulla e vedere lo stupore e la soddisfazione di imparare nuove nozioni e anche nuove materie. Insomma c'è stato talmente tanto entusiasmo in casa che abbiamo deciso di trascinarci anche Gioele, l'ultimo arrivato, il più piccolo, il più vivace ma timido, deciso ma tenero della famiglia. Anche lui è entrato nel mondo scolastico e abbiamo deciso di comune accordo di tenerlo a casa. Ovviamente i loro caratteri sono diversi e tutto ciò che riesco ad imparare con Maddalena, con Gioele riesco la metà quindi dopo un anno e mezzo sto ancora cercando di tarare ciò che per l'Istituzione Scolastica  dovrà conoscere all'esame ministeriale di giugno, con la sua voglia di apprendere. Tutto ciò mi rende talmente fiduciosa che sono certa che arriveremo ad un giusto compromesso. 




Nel mondo intanto è arrivato un nuovo virus che pare sia davvero pericoloso. Gli stati ci hanno imposto di stare a casa e hanno chiuso tutto. In particolare l'Italia è ferma da un mese e la mia famiglia ed io conviviamo da 6 settimane h24 tutti e 6. 

Mi sono ripromessa però, ora che ho ripreso a scrivere, di non dilungarmi troppo nei miei post. E questa epidemia, a mio parere, merita molte più parole di quelle che scriverei cercando di essere concisa. Quindi nei prossimi giorni proverò a dare una mia modestissima opinione su ciò che stiamo vivendo, alla luce di quello che viene fuori nei social ora che tutta Italia ha molto più tempo di dare la propria opinione, di informarsi leggendo articoli di qualsiasi giornalista, dal più conosciuto a quello del giornalino dietro casa e di far emergere il buono ed il peggio di ognuno di noi.

Stay tuned e grazie di essere arrivato fino qui! =)


mercoledì 2 luglio 2014

La capacità di risollevarsi

 Ho conosciuto una mamma ancora giovane che 6 anni fa ha studiato (molto ingenuamente, direi) un modo di lavorare e allo stesso tempo di stare con le sue 2 figlie. Allora erano piccole e per permettersi di poter stare sempre con loro, seguirle nei compiti e nei giochi ma allo stesso tempo portare a casa 2 soldi ha deciso di rilevare una lavanderia di paese. Scelta molto criticata da chi le stava vicino perchè pareva più una scelta egoistica. Ma so per certo che la sua idea fosse proprio questa: evitare di trovare un lavoro che la portasse fuori casa e, poichè le bimbe erano troppo piccole per poter stare a casa da sole, sicuramente trovare una tata che le seguisse.  Non sapendo minimamente da dove iniziare, ha impiegato 6 mesi per apprendere da una lavandaia con esperienza 30ennale ma alla fine, piena di buona volontà e di buona pratica , ha imparato.

Dopo 4 anni, tra macchinari che la abbandonavano cammin facendo, figli che nascevano (altri 2!!), problemi con i vicini che non volevano che le figlie giocassero nel retro (e non solo...)  e lavoro che scarseggiava ha deciso di dar via la gestione ma non trovando nessun acquirente, dopo altri 6 mesi, a fine giugno, ha deciso di chiudere definitivamente. Vedere il locale vuoto alla fine per lei è stato un colpo al cuore. Tutto ciò che lei aveva investito in soldi, tempo, fatica, sacrifici e speranze per il presente e per il futuro dei suoi figli, speranza di poter ingranare bene tanto da costituire un'impresa  famigliare col marito, in poco tempo si è vista sfumare tutto. L'ho vista stare male, piangere e disperarsi per i soldi persi, i debiti acquisiti e il nulla in mano. 


Siccome è una persona abbastanza forte, l'ho vista rialzarsi presto, grazie alla sua famiglia.
Dopo 4 mesi, infatti, finalmente una nuova occasione e quello che sognava da tempo: spostarsi dal paese in cui viveva dove ormai si sentiva stretta ma soprattutto aprire un locale con il fratello cuoco.


 Era il loro sogno. Per lei un onore poter condividere il suo sapere con il suo amato fratellino ed essere spalleggiati dai genitori. L'ho vista rialzarsi in fretta dall'esperienza della vecchia attività e impegnarsi per questa nuova. Un trasloco in un altro paese e tutta la sua burocrazia, l'apertura del locale e tutta la sua burocrazia, lo spostamento di scuola di 3 pupi su 4 e tutta la sua burocrazia e un figlio di 10 mesi che stava ancora allattando in modo esclusivo....credevo che mi collassasse ad un certo punto: dormiva pochissimo e cercava di tenere tutto in piedi. Nel frattempo non dimenticava di pagare i debiti della lavanderia e discuteva quotidianamente con le figlie grandi che non volevano spostarsi dal loro paese natio. Sarò di parte, ma in quel periodo è stata una grande...Wonderwoman le faceva davvero un baffo!!!!

Dopo 6 mesi era di nuovo in ballo con la sua/loro nuova attività. Ben presto però, si è resa conto che lavorare con più persone, quali fratello e genitori, poteva essere meraviglioso quanto distruttivo. Come dice il detto "Tante teste, tante idee", non era facile cercare di accontentare tutti. E lavorare gomito a gomito con le persone a lei care non le era così semplice. Il ristorante in questione non prevedeva carne e pesce nel menu ma presentava un modo per restare in salute sedendosi a tavola (un'innovazione in zona!!!) e per lei non è stato facile ingoiare le critiche dei clienti che non accettavano questa cucina. Insomma, ha vissuto questo nuovo lavoro tra la felicità di avere finalmente in mano il suo sogno e il terore di perderlo perchè non vedeva il decollo. L'ho vista barcollare spesso, passare periodi in cui la sua vita era una discussione con tutti: il marito, le figlie, il fratello, i genitori. Periodi in cui avrebbe voluto mollare tutto per non dover scontentare nessuno, perchè era chiaro che se si impegnava su un fronte perdeva di vista gli altri. E lei (purtroppo) è una persona che vorrebbe piacere a tutti. Le sembra così incredibile non poter andare d'accordo con tutti, ma tant'è.... 
Sta di fatto che dopo 12 mesi di lavoro l'anno si è chiuso in modo neutro. Le era stato detto che se si superava decentemente il primo anno che è il più tosto, allora si è a cavallo. Peccato che un ristorante di nicchia in un paese di collina in un periodo di crisi sociale in un paese disastroso come l'italia sia destinato a fallire anche se la cucina è promossa a 4 stelle e mezzo su siti come Tripadvisor. E infatti così è stato. Dopo altri 6 mesi si sono resi conto che se fossero stati in una città come Torino, sicuramente avrebbero avuto più chances di lavorare. Evidentemente in questa zona il discorso della salute a tavola non era stato percepito come si sperava. E così, una breve riunione tra famigliari, ha decretato la chiusura definitiva. E lo stesso giorno in cui 2 anni prima aveva chiuso la lavanderia si è ritrovata per la seconda volta a dover chiudere un'altra attività.
L'ho di nuovo vista stare male, piangere e disperarsi per i soldi persi, i debiti acquisiti e il nulla in mano. Ancora di più per questa attività a cui lei credeva intensamente e per la quale di nuovo aveva con la sua famiglia investito in soldi, tempo, fatica, sacrifici e speranze per il presente e per il futuro dei suoi figli, speranza di poter ingranare bene tanto da costituire un'impresa  famigliare col marito...insomma anche questa volta in poco tempo si è vista sfumare tutto. Ora si sente vuota e privata di tutto. Non si sente più una mamma ancora giovane di 6 anni prima, ora si sente una quasi40enne intrappolata da una nazione che le sta succhiando tutto e le ha dato solo debiti. Si sente arrabbiata col mondo, nervosa e desidera stare sola. In questo momento non vorrebbe nemmeno avere la famiglia che la distrae. Vorebbe andarsene lontano e stare in soltudine con i suoi pensieri. Concetto molto difficile in una famiglia numerosa e in una vita quotidiana che porta a non fermarsi mai, tra la routine e la burocrazia e i lavori che si hanno quando si chiude un'attività.

Difficile trovare o anche solo immaginare una conclusione in giorni come questi. Spero per lei che arrivi in fretta. Che presto si sappia risollevare come ha fatto tutte le volte che si è seduta. Alcuni amici le hanno fatto notare che nella vita c'è di peggio. Certamente. Se è per quello nella vita c'è anche di meglio. E lei non capisce proprio perchè occorra sempre combattere come dei guerrieri quando si desidera qualcosa. E non c'è nulla al momento che la convinca che tutto sommato nella sua vita ha combattuto la giusta misura per ottenere le cose che ha desiderato rispetto ad altre mamme, mogli, casalinghe, cuoche ed altro come lei. Ma al momento non vuole sentire confronti. Da quell'orecchio proprio non vuole sentire, al momento. 
...Passerà. Forse.






lunedì 10 febbraio 2014

Di digiuno discorrendo....

Dopo vent'anni di onorata carriera di di grandioso servizio, sabato scorso il mio corpo ha incrociato le braccia e si è messo in sciopero. Così, di punto in bianco (beh, forse non l'ho saputo ascoltare molto....) ha deciso di lasciarmi a piedi.



 L'ultima volta che mi aveva dato chiari segni di sofferenza era stato quando avevo 17 anni. Annata di stress su tutti i fronti, durante l'estate dopo aver "ingoiato"  il ragazzo che mi aveva lasciato, 2 lutti, uno in famiglia ed uno di una cara amica, la bocciatura a scuola e diosolomiricordicos'altro, per riprendermi mi ci era voluto più di un mese. Perdevo i capelli a manate tanto che dovevo viaggiare con un baschetto perchè avevo la rosa pelata tipica dei frati, ero sempre debole e arrabbiata, triste e piangente. Dopo qualche giorno di letto mi sono sparata 10 giorni di digiuno, ovviamente seguita dal mio mitico papi. Mi ricordo quel mese di convalescenza come un periodo di rinascita in cui ho potuto gongolare a letto tra le coccole di mamma, papà, fratello e sorella, i bagni di sole e i succhi di uva. Al di là dei kili che avevo perso e che ovviamente  ho ripreso dopo qualche tempo, il digiuno e il riposo mi avevano aiutata a riprendere in mano la mia situazione e scaricare quindi tutto lo stress accumulato negli anni e in particolare quell'ultimo anno.
Sabato scorso, dopo aver salutato la mia primogenita in partenza per una breve vacanza col nonno, mi ricordo di aver chiesto a mio marito di andarmi a coricare un pochino perchè sentivo i brividini tipici dell'arrivo dell'influenza. Ovviamente non avevo già fatto colazione nè pranzo e il mio unico desiderio era senza dubbio di POTER DORMIRE. Infatti sono seguiti altri 2 giorni in cui completamente priva di forze alternavo momenti in cui mi svegliavo presa dai sensi di colpa per aver lasciato tutto in mano a Mirko e momenti in cui giacevo completamente svenuta nel lettone....che tanto anche avessi provato ad alzarmi non sarei mai riuscita. Febbre non ne ho avuta, ma la spossatezza e la stanchezza le sentivo completamente coricate su di me. Al quinto giorno di digiuno il mio corpo ha cominciato a reagire positivamente, consapevole però che altri giorni di digiuno, essendo costretta a rialzarmi per forza di cose, non avrei più potuto farne. Anche questa volta questo mezzo digiuno (mezzo rispetto alla lunghezza del precedente) mi ha portato a ripulire un pò questi 20 anni in cui la mia vita è completamente cambiata. Sono passata dall'essere ragazzina ad essere ragazza ad essere mamma e moglie a tempo pieno. Sono passata dal non sentire le vere responsabilità della vita a condividere la vita con mio marito e i miei figli che a poco a poco sono sempre più aumentati. Per non parlare dei traslochi che abbiamo fatto in 15 anni di vita insieme. Insomma, un bel cambio, come d'altronde spetta a tutti. In questi anni ogni tanto ho avuto qualche acciacco, ogni tanto mi sono forzatamente fermata per riprendere aria. Ma si trattava di qualche giorno. Ma mai come questa settimana che mi è parso un periodo decisamente lungo che, tra l'altro, pareva non finire più. Ho avuto modo di capire come nel giro di 20 anni io abbia reagito ad un'influenza un pò più forte del previsto. Nemmeno da dire, durante l'adolescenza le forze sono ben altre....mi sono proiettata di nuovo tra 20 anni e, ammesso che sia sempre in questa maniera l'allerta del mio corpo tutto sommato leggera rispetto a ciò che si sente in giro, diomenescampieliberi al dover patire di nuovo una stanchezza del genere. Non sentirti parte attiva del tuo stesso corpo è orribile. Tu vorresti alzarti perchè vedi la roba da stirare che aumenta, la merenda che i figli reclamano, il cane che dovresti portare fuori, la cena da preparare, il marito che anche lui, pover'uomo, vorrebbe riposare, il pavimento che sarebbe da lavare....ma non ce la fai. Ti spinge giù e ti inchioda letteralmente a letto. E non te la senti nemmeno di leggere un libro o navigare su facebook e guardare la tv. Niente.


Devo dire, e ritorno sul discorso molto volentieri, che il digiuno mi ha liberato in fretta da questo malessere. Lo fa spesso, in effetti, tutte le volte che ho qualcosa che non va mi aiuta molto velocemente nella ripresa. Tanta acqua, molta rilassatezza nel fare le cose e ripresa con frutta e/o verdura cruda. E' una pratica che bisognerebbe sempre tenere lì pronta per qualsiasi occasione. Alla fine funziona sempre, soprattutto se si vuole evitare di prendere robaccia da farmacia. E' una sensazione meravigliosa ascoltarsi, ascoltare ad esempio il rumore della pancia che brontola. Ha molto di più profondo che un semplice brontolio da:"Uhhh, che fame!!!". Per non parlare di quando si decide di riprendere a mangiare. Anche un "solo" frutto diventa meraviglioso, da assaporare ogni morso che gli si dà. Tutti i cibi assumono un sapore divino....mi viene un pò in mente lo slogan di uno yogurt....fate l'amore con il sapore. Azzeccatissime parole. Tutto il corpo, tutte le sue cellule ne ricavano beneficio, è una sorta di coccola. Tanto che non si dovrebbe aspettare di non stare bene per mettere in pratica uno o più giorni di digiuno. Periodicamente occorrerebbe proprio trattare bene il nostro corpo e regalargli almeno una giornata di riposo. Perchè in effetti è facile maltrattarlo con stress, corse contro il tempo, disagi mentali che si ripercuotono sul fisico, facili abbuffate senza una corretta masticazione e, in primis, pessime abitudini alimentari. Sicuramente togliergli un peso non può fare altro che trattarlo con cura. E onde evitare tra 20 anni lo stress improvviso e pesante avuto la scorsa settimana credo proprio che ora passerò io alla fase "d'attacco" e coccolerò un pò di più il mio corpo, il mio fisico e perchè no?, il mio spirito. Buone coccole a tutti!!!!















sabato 11 gennaio 2014

Due anni

Due anni. 
Ti guardo e mi sembri già così grande. Quando due anni fa ti stringevo al mio petto scansandoti dai tubi della flebo e ti attaccavo al seno come mai avevo fatto prima. E infatti sei l'unico che ha ciucciato fino a qualche mese fa e già quell'attaccamento mi è mancato da subito.
Era l'unico momento in cui esistevamo solo noi due e il nostro rapporto era davvero nostro e di nessun altro....un pò come nel film di Avatar, quando i Navi, per cavalcare i loro Ikran, stabilivano il loro legame tramite la lunga treccia con il sistema nervoso degli animali.
E una volta creato il legame, ci si legava per tutta la vita. Ecco, quel legame tra noi, costruito in quel modo fin dalla tua nascita, non l'avrei interrotto mai. Ma tant'è....


Mi era stato detto che i capricorni sono testardi con un caratteraccio da provare per credere...non ci ho creduto finchè non ho, in effetti, provato....credevo di star già bene con le tue sorelle (1 ariete e 2 tori), credevo che loro fossero il massimo della combinazione astrale per mandarmi in manicomio....e no!!! mancavi tu con la tua cocciutaggine: se decidi che è no, non c'è verso... nemmeno le suppliche per farti cambiare idea!!

Al contrario se decidi che vuoi far qualcosa che ti sei messo in testa di fare....sono urla e scalpitii se provo a negartelo. Ma non solo!!! Ti arrabbi, urli, grugnisci e... alzi le mani!!!! All'inizio ero senza parole. Avevo avuto già a che fare con una tua sorella in particolare, Becky, che se mentre le davo da mangiare rallentavo la corsa era più il tempo che dovevo consolarla per farla smettere di urlare e battere i piedi sotto al tavolo, che il tempo impiegato per finire di mangiare....ma questo proprio non me l'aspettavo. E se la piccola Maddalena, con cui ti intrattieni molto e a cui sei attaccatissimo,  fa qualcosa che non ti garba mentre giocate insieme? Ma che si tolga di sotto, altrimenti la torturi a suon di urla, tirata di capelli, morsi e udite, udite....sputi!!!!! ...Tu sputi!!! ...Ma chi ti ha insegnato, a un anno o due che c'è l'opzione sputo tra tutte le torture per attaccare/difendersi da qualcuno??? Per non parlare degli anni di vita che mi hai già fatto perdere in soli 2 anni....arrampicate sul tavolo attraverso la sedia, il cadere dal letto perchè non stai fermo un secondo, la rottura di giochi appena regalati perchè sei rozzo, grossolano, indelicato e grezzo. A Natale ti abbiamo regalato una bisarca con 4 macchinine. Il giorno dopo sei montato a cavallo della bisarca rompendo ovviamente il traino del semirimorchio. Così, dopo nemmeno 24 ore, di ciò che era un autotreno ne è rimasto solo più la cabina. Delle 4 macchinine una è già partita in direzione pattumiera, perchè non ha resistito alla funzione pattino....Ahhh, quanta pazienza!!!!
Per contro sei molto abile a fare il ruffiano. Se vedi che mi sto per arrabbiare o ti sgrido ma vedi che è una sgridata blanda e non seria, la tua boccuccia si trasforma in un cuoricino e mi sporgi le tue labbruzze per un bacio, e poi un altro e poi un altro....e mannaggiattè, io ci casco sempre come una pera cotta.... Sei dolcissimo, tenero, amabile e il mio zuccherino. Non vorrei un altro bimbo diverso da te, nonostante mi dia molto lavoro psicologico per capire e studiare com'è meglio affrontare le tue reazioni. 

Tanti auguri, tesoro mio, che la vita ti sia sempre così allegra e triste, come alterni i tuoi risvegli del riposo pomeridiano. Perchè il nostro legame non si interrompa mai, anche se tu non ciucci più dal mio seno. 

Ti amo, di un amore ineguagliabile, materno e infinito. <3











lunedì 6 gennaio 2014

La buona vita (felice) di tutti...


Quando ho cominciato le superiori ho conosciuto una mia compagna di classe, Loretta, che è stata mia amicissima fino a qualche anno dopo che le nostre strade si sono divise per 'problemi interni nostri' e per allontanamento fisico che ci ha portato anche a quello affettivo. Mi ricordo quegli anni bene perchè con Loretta ho riso tantissimo. Prendevamo simpaticamente in giro tutti, ci canzonavamo una dell'altra, andavamo in giro per i corridoi della scuola ridendo come delle pazze, 'tagliavamo' da scuola ritrovandoci in un bar di Pinerolo a fare finta di studiare per la verifica del giorno dopo e a scafonarci ogni cibo che il bar proponeva ridendo anche di questo. Mi ricordo distintamente che ci scrivevamo bigliettini durante la lezione oppure facevamo le boccacce per prendere in giro l'insegnante che proprio non potevamo digerire....insomma all'epoca eravamo davvero con il cuor leggero, vivevamo e soffrivamo per l'età che avevamo e non ci facevamo alcun tipo di problema.  Io ridevo tanto quanto piangevo e a volte ero talmente euforica che le lacrime mi scendevano da sole. Crescendo e cominciando la vera adolescenza (ebbene sì, all'epoca l'adolescenza non cominciava quando si era ancora bambine, come ahimè, succede oggi....) le cose sono cambiate. Sono cominciate le prime vere cotte, i primi veri (o no, sarebbe da discuterne col senno di poi) amori, gli ormoni che tiravano&spingevano e la voglia di ridere si è un pò calmata. 
In effetti tornassi indietro avrei continuato a ridere ancora per un pò di anni, anche se devo dire la verità, l'allegria non mi ha mai lasciata del tutto. Devo dire che il mio nome l'ho sempre visto fatto su misura per me(tranne il periodo in cui pretendevo di essere chiamata Consuelo....gulp!!!). Forse se mi avessero chiamata Allegra mi sarebbe calzato meglio ancora ma per fortuna mi piace molto Serena e me lo tengo ben stretto. Ancora oggi chi mi conosce mi dice "Ah, sei serena di nome e di fatto!!!", ebbene sì, lo sono.(Tranne i periodi in cui sono nervosa, come direbbe mio marito!)
Questo mi ha fatto riflettere oggi. Il fatto che nonostante abbia più del doppio dell'età in cui ho conosciuto la mia amica Lori (non dico il triplo, perchè sarebbero davvero troppi, ancora... ;-)  ), io non abbia smesso di avere dentro di me quella spensieratezza che mi caratterizzava allora nonostante la mia vita sia decisamente cambiata ma sicuramente complice il fatto che nella mia vita finora non ho mai vissuto traumi famigliari, salutistici o personali tali da farmi cadere da quello stato di gaiezza perenne. Però patisco tantissimo chi invece intorno a me passa le giornate a 'piangere' e a piangersi addosso, come se tutti i problemi del mondo gravassero sulle sue e solo sulle sue spalle. 

Non mi viene tristezza. Mi viene rabbia. Perchè di persone che nella loro vita sono state infelici per via di una miriade di motivi (validi, oserei aggiungere) ce ne sono, e ce ne sono davvero tantissime. Allora credo che a volte una persona prima di cominciare a sentirsi triste dovrebbe capire realmente cosa sia la tristezza. Quando stavo per finire le superiori una mia compagna di classe orfana di padre, ha perso anche la mamma. Ho ancora nella mia mente il  giorno in cui l'ho rivista al funerale della mamma. Quelli sì che erano occhi tristi, occhi che avevano perduto tutto, tutto il senso della vita che a 17 anni si può perdere, salutando l'unico proprio genitore che ti sta lasciando. Eppure ho rivisto questa ragazza dopo tanti anni e sembrava rinata con una bimba, a sua volta, ed una vita propria (e, ovviamente tutti i problemi che ne concerne). Voglio dire che anche chi ha passato il peggio dalla vita alla fine trova il modo di rialzarsi. Conosco genitori che hanno sotterrato la figlia che ha lasciato loro una nipotina piccola. Al funerale erano loro a consolare me. Conosco mamme che con e per i figli hanno vissuto l'inferno col il marito che alzava le mani e faceva dentrofuori dal carcere. Eppure oggi continuano a vivere e quando chiedi loro come stanno riescono persino a sorridere e dirti che stanno bene. Conosco genitori con figli disabili che hanno fatto della loro vita una missione. E persone che hanno passato l'inferno con disturbi alimentari, amputamenti di più arti, problemi di alcool e droga...persone che si sono rialzate e oggi vivono serenamente. 
Insomma il punto è che se vuoi essere triste devi esserlo per un motivo specifico del momento. Ma cercarti di rialzare sempre e comunque. Non è possibile che la tristezza possa prendere il sopravvento su di te per tutto un certo periodo della tua vita. E che diamine, una sola ne abbiamo di vita, quando pensi che potrai essere felice? Chi mi dice: "ehhh, sapessi, nella mia vita ne ho passate tante!!!" rispondo che è vero. Non voglio discutere su ciò che si è passato. Ma la tristezza di oggi perchè ce l'hai? Da fuori, da chi come me 'non ne ha passate tante' quante certe persone forse sembreranno parole insensibili. 
Ma assicuro che non è così. E chi trova la scusa (oserei dire banale) che la sua tristezza proviene dalla depressione della madre mi fa davvero arrabbiare. Perchè se si sa cosa si è passati con l'esaurimento del proprio genitore si dovrebbe fare di tutto per evitare lo stesso malessere ai propri figli. Oggi ciò che ci fa deprimere è il lavoro o la mancanza di lavoro, i soldi o la mancanza di soldi, l'impossibilità di avere figli o la presenza dei figli, sentirsi troppo magri o essere troppo grossi, l'avere troppo amato o il non aver incontrato ancora l'amore della propria vita. Che palle!!! Ogni piccolo o grande  problema lo facciamo diventare insormontabile quando magari non lo è....Ovunque mi giro c'è qualcuno che ha il muso per un motivo o per l'altro. Penso e dico sempre che non è che facendo il muso i problemi si risolvono, anzi!!! sono sicura che negatività chiama negatività....
Chè problemi seri ne ho avuti anche io, non è che sono uscita indenne da questa vita che ti dà molto ma a volte ti toglie tutto, attenzione!!! Ho pianto anche io, mi sono sentita anche io sola, nel fondo di un baratro, persa, timorosa di non farcela....E' che non mi sento così forte più di altre persone che conosco da riuscire a risolvere e gli altri no, ecco. Siamo più forti di quello che crediamo e la nostra forza dobbiamo tirarla fuori proprio in questi casi. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli, alla nostra famiglia, agli amici, alla vita stessa. Ci sono persone che stanno sempre peggio di noi, poi oggi è davvero semplice trovarne con la vita che stiamo facendo negli ultimi anni tra la salute che peggiora sempre di più e la crisi...forse potremmo pensare che con chiunque ci ritroviamo a parlare in quel momento potrebbe stare peggio. Rialzarsi, ecco la chiave. Dovremmo prendere esempio dai bimbi, alla fine il nostro malessere potrebbe valere il momento di una caduta di un bimbo. Cade, si sente triste, piange, si sfoga. Si rialza e ricomincia a correre e giocare tranquillamente. Perchè da piccoli siamo così e da grandi diventiamo delle chiaviche? 

A volte leggo nei messaggi di gruppo tra amiche il concorso a chi sta peggio in quel momento...."Uff, ho un brufolo che mi fa il naso quanto Maga Nocciola....", "Uh, io invece mi sono svegliata con un male alla pancia tremendo", "Io invece sono incriccata, non riesco a muovere il collo...."....sapere che qualcun'altra sta messa peggio di noi forse (nel nostro inconscio) ci fa stare meglio? Ma allora perchè non funziona sempre? 

Che odio (per dire che mi dispiace, che non sopporto saperla così) quando sento la tristezza di un'amica in particolare che ormai è insita in lei, credo che nemmeno più lei sappia perchè si sente così, è uno stato in cui vive perennemente. Con la faccia che non ha più un'espressione se non quella dell'infelicità da cui, peraltro, non si sogna nemmeno di uscire o quantomeno di provarci. Con i figli che nel frattempo le passano davanti con gli anni e non si rende nemmeno conto che loro stanno crescendo e gli anni non tornano più. Si crogiola nella tristezza che è tutto uno schifo, il lavoro che non trova, quello che trova, gli anni che passano, i bimbi che crescono e che, ovviamente, passano, il matrimonio col marito non ne parliamo... Io le sono amica e le voglio un bene dell'anima, ma dopo tanti anni non so davvero più cosa dirle quando ci sentiamo perchè anche quando ci scriviamo solo, "sento" il tono del suo messaggio che è negativissimo.  E mi fa tanta, tanta rabbia. So che alla fine io posso parlare quanto voglio ma lei ormai mi ha messa in silenzioso e non mi ascolta più. Siamo amiche, ma io non riesco ad assecondarla quando si butta giù scavandosi proprio la fossa. Vorrei che reagisse, è una bellissima ragazza, con un marito che a modo suo la ama e cerca di dimostrarglielo, con figli splendidi, la famiglia che le si stringe intorno...ma perchè i suoi occhi e la sua mente vedono solo gli aspetti negativi della sua vita?
 Tutti hanno problemi, chi più chi meno. La vita non prende di mira nessuno. Sta a noi scansarci cercando di essere positivi. Come fosse una partita di palla prigioniera. La vita tira le sue palle. Certo che se noi stiamo fermi pensando "Adesso mi prende, adesso mi prende...." non succederà mai niente di diverso dall'essere presi!!! 
Godiamo poco dei bei momenti e ci trasciniamo quelli negativi. Dovremmo essere in grado di fare il contrario: portarci sempre quelli positivi e risolvere nel più breve tempo possibile i problemi. 
E se per caso si viene beccati dalla palla avvelenata, beh, si sa che ci sono anche la famiglia e gli amici pronti a supportarci: magari non ci risolveranno nulla ma la loro vicinanza potrà aiutarci a risolverla con più entusiasmo e positività. 
Mi piacerebbe tornare al cuor leggero dei miei 15 anni. Ma naturalmente quando ci si forma la famiglia e si hanno a propria volta dei figli, si deve lasciare che loro abbiano il cuor leggero e appesantire i nostri dei problemi della vita. Ma nulla mi vieta però di sorridere alla vita, per ringraziarla di ciò di cui mi fa godere ogni giorno. E se qualche volta mi sveglio col piede sbagliato, di chiederle di aiutarmi a rigirare la giornata. E se non fosse possibile, pazienza. 
Vorrei che tutti vivessero un pò di più come il bimbo che cade, piange, si rialza e continua per la sua strada. Che bello poter leggere i nuovi messaggi di gruppo: " Che figo, mi sono svegliata guardando il sole nascere!!!", "Uh, anche io con il pupo che mi ha stampato un bacio sulla fronte!", "Yeah, mio marito mi ha portato il caffè a letto e mi ha detto che mi ama"....e dei brufoli, del male alla pancia e dell'incriccamento...e chissenefrega!!! Ci sono e ci convivo. Ma il resto è talmente più bello che ci passo sopra e sopporto.

Ma quanto sarebbe bello??? Ci pensate???

...E intanto la mia amica Lori ed io abbiamo ripreso i contatti e a volte ci sentiamo. E riusciamo a prenderci in giro e a farci grasse risate sul passato scolastico e sulla squadra del cuore anche tramite messaggi....che tanto se ci elenchiamo ciò che non va, mica ci migliora la giornata!!!! 


Buona vita (felice) a tutti!!! <3